Le città italiane illuminano i loro monumenti per la Giornata Mondiale del Rifugiato

L’iniziativa, diventata con il tempo un appuntamento fisso in Italia e nota a livello internazionale, vede la partecipazione di Ancona, Bari, Bergamo, Cagliari, Catania, Firenze, Lucca, Torino e Trieste.

Sono molte le città italiane che illumineranno un monumento simbolo in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato.

Nelle notti del 19 e del 20 giugno il Teatro delle Muse di Ancona, la Torre metropolitana e la Fontana monumentale di Piazza Aldo Moro a Bari, la Porta San Giacomo a Bergamo, il Bastione di Saint Remy a Cagliari, il Balcone principale di Palazzo degli Elefanti a Catania, le Porte storiche (Torre San Niccolo, Porta alla Croce in Piazza Beccaria, Porta San Gallo in Piazza della Libertà, Porta al Prato, Porta Romana, Porta San Frediano) di Firenze, Porta Elisa a Lucca, la Mole Antonelliana a Torino e la Fontana del Nettuno a Trieste si tingeranno di blu in un’espressione di solidarietà con i rifugiati e per ribadire il loro diritto di essere protetti e di ricostruire la propria vita in dignità, chiunque siano e da qualsiasi luogo provengano, sempre.

“I Comuni in Italia sono in prima linea nell’accoglienza e nell’integrazione dei rifugiati,” dichiara Chiara Cardoletti, Rappresentante dell’UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. “Offrono sicurezza e, garantendo l’accesso ai servizi locali, all’istruzione e alle opportunità di lavoro, favoriscono la piena inclusione sociale dei rifugiati, gettando le basi per la costruzione di un futuro migliore.”

In Italia sei comuni – Bari, Milano, Napoli, Palermo, Roma e Torino – hanno redatto e sottoscritto , elaborata insieme a UNHCR per potenziare la collaborazione fra le città sull’integrazione di chi è stato costretto a fuggire da guerre, violenze, persecuzioni e abusi dei diritti umani per cercare sicurezza in un altro paese, favorendo lo scambio di pratiche, esperienze, strumenti e sviluppando i servizi già disponibili sui territori.

A livello globale, la campagna dell’UNHCR invita le città e le autorità locali a firmare una dichiarazione di solidarietà verso i rifugiati. In Italia otto città hanno aderito: Alba, Bergamo, Bologna, Lucca, Milano, Napoli, Palermo e Torino.

LA RISPOSTA A COSA VISITARE A TORINO IN 10 MONUMENTI

Torino: monumenti più famosi da vedere in città

Se si arriva nel capoluogo piemontese per la prima volta, bisogna sapere che ci sono dei monumenti di Torino da non perdersi assolutamente perché simboli stessi della città. Vediamo quali sono i monumenti Torino da visitare.

LA MOLE ANTONELLIANA, LA VETTA TORINESE PER ECCELLENZA

Diventata ben presto il simbolo di Torino, si può salire in cima alla Mole e vedere la città da un più alto punto di vista. Inoltre, all’interno ospita il più interessante e completo museo dedicato al cinema nonché l’unico nel suo genere in Italia. Si possono, infatti, ammirare scatole ottiche, bozzetti, costumi, pezzi di scenografie, locandine, foto e video e antiche apparecchiature cinematografiche. Fa il suo effetto la statua del Dio Moloch direttamente dal film Cabiria, che domina il piano terra della struttura.

LA BASILICA DI SUPERGA, CAPOLAVORO DEL BAROCCO

Così chiamata dal nome del colle su cui sorge, questa basilica è opera dell’architetto Filippo Juvarra e offre una singolare combinazione di stile neoclassico e tardo barocco, che è possibile ammirare sia in facciata che all’interno. Di particolare interesse artistico è la cupola, che risulta essere copiosamente decorata, mentre si possono riconoscere diverse opere d’arte custodite nella basilica, come la statua della Madonna cui il re Vittorio Amedeo II pronunciò il proprio voto durante l’assedio della città nel 1706.

REGGIA DI VENARIA, UNA PICCOLA VERSAILLES NEL CUORE DEL PIEMONTE

Patrimonio dell’Umanità dal 1997, oggi la Venaria Reale si presenta come uno sfarzoso complesso monumentale che può vantare alcune delle sale più belle dell’arte barocca universale. Nonostante sia originariamente nata come residenza di caccia, è stata più volte rimaneggiata diventando il “Palazzo dei Re”, che qui ha tenuto la corte fino al declino della monarchia. È stato caserma militare fino alle due guerre mondiali e successivamente preda dei vandali fino al 1999, quando è stato avviato il restauro. Oggi la Reggia fa parte di un circuito all’interno dei monumenti di Torino che comprende anche il Castello della Mandria e quello di Moncalieri.

IL BORGO MEDIEVALE NEL PARCO DEL VALENTINO

All’interno del polmone verde della città, è nascosto un borgo che sembra antico ma non è: il Borgo Medioevale del Valentino, infatwti, è una perfetta riproduzione di un villaggio del XV secolo realizzato in occasione dell’Esposizione Generale Italiana del 1884. Al suo interno sono ancora presenti le botteghe artigianali così come apparivano nel 1400, e tutto il complesso è stato talmente ben riprodotto, che ancora oggi varcando il ponte levatoio si ha l’impressione di immergersi in una terra magica.

CASTELLO DEL VALENTINO: DA RESIDENZA A SEDE DELLA FACOLTÀ DI ARCHITETTURA

Attualmente gestito dal Politecnico torinese, il Castello deve il suo nome alle caratteristiche geomorfologiche del territorio denominato “Vallantinum”, proprio perché non pianeggiante ma solcato da un corso d’acqua che ancora oggi vi scorre al di sotto. A regalargli l’attuale aspetto è stata Cristina di Francia, consorte di Vittorio Amedeo I, che lo trasformò in residenza di rappresentanza seguendo il gusto d’oltralpe. Oggi è possibile accedervi i primi tre sabato di ogni mese solo su prenotazione. È anche sede dell’orto botanico universitario.

PALAZZO CARIGNANO, SEDE DEL PRIMO PARLAMENTO D’ITALIA

Rappresenta sicuramente uno dei monumenti di Torino più imponenti nonché il simbolo del Seicento piemontese con la sua sinuosa facciata in mattone, l’attuale Palazzo Carignano è stato oggetto di un ingrandimento dell’originaria struttura, volta a ospitare il Parlamento italiano. Oggi è possibile osservare da lontano l’aula che è stata sede del primo Parlamento subalpino nel 1848. È sede del Museo Nazionale del Risorgimento e degli Appartamenti dei Principi di Carignano.

Torino, raccolta rifiuti: ecco il calendario dei servizi nelle festività natalizie

Domenica 25 dicembre: la raccolta non viene effettuata; lunedì 26 dicembre: passaggio regolare per tutte le frazioni; domenica 1° gennaio: la raccolta non viene effettuata; venerdì 6 gennaio: passaggio regolare per tutte le frazioni tranne per la carta (si posticipa a sabato 7 gennaio). Tutti i giorni verrà comunque garantito un presidio, in particolare in corrispondenza delle utenze più critiche, così come per il servizio di nettezza urbana

In concomitanza delle festività natalizie, Amiat Gruppo Iren effettuerà i servizi di raccolta rifiuti con il seguente calendario:

  • Domenica 25 dicembre: la raccolta non viene effettuata;
  • Lunedì 26 dicembre: passaggio regolare per tutte le frazioni;
  • Domenica 1° gennaio: la raccolta non viene effettuata;
  • Venerdì 6 gennaio: passaggio regolare per tutte le frazioni tranne per la carta (si posticipa a sabato 7 gennaio)

Tutti i giorni verrà comunque garantito un presidio, in particolare in corrispondenza delle utenze più critiche, così come per il servizio di nettezza urbana.

I Centri di Raccolta saranno regolarmente aperti, secondo quanto indicato dai calendari pubblicati sul sito di Amiat, ad eccezione di domenica 25 dicembre e domenica 1° gennaio, quando tutti gli ecocentri saranno chiusi. Il Servizio di Customer Care Ambientale sarà attivo dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 17.00, ad eccezione dei giorni festivi.

Per le utenze commerciali, infine, fino al 5 gennaio 2023 è attivo il servizio “Cartacinesca” per la raccolta di imballaggi di carta e cartone, che interesserà le principali vie ad elevata concentrazione di utenze non domestiche.

Maggiori informazioni e dettagli sui servizi di raccolta rifiuti sono disponibili sul sito di Amiat: www.amiat.it

Torino, raccolta differenziata in tutti i quartieri entro il prossimo anno (centro compreso)

Entro il 2022 la raccolta differenziata dei rifiuti arriverà in tutti i quartieri di Torino. Già per la prossima primavera le eco-isole smart, quelle con i cassonetti che si aprono con tessera, arriveranno a Barriera di Milano. Poi sarà la volta del centro, dove si sta valutando una soluzione mista fatta di cassonetti tecnologici e no. E così all’alba del 2023 si sarà chiuso un cerchio aperto più di dieci anni fa, quando era partito per la prima volta il porta a porta. Lo ha spiegato Gianluca Riu, amministratore delegato di Amiat, società che gestisce la raccolta dei rifiuti, poco dopo aver illustrato la fiabesca campagna di sensibilizzazione contro l’abbandono di lavatrici, e oggetti ingombranti vari, che ha come protagonisti Raperonzolo, la Bella Addormentata nel bosco e Aladdin.

Le eco-isole smart sono determinanti per fare di Torino una città sempre più green. “Là dove ci sono – racconta Riu – si raggiunge anche il 70% di differenziata“. Così è successo in corso Traiano (Mirafiori Sud), ma anche nelle Spine dove si è arrivati al 65%. Mentre dove la fanno ancora da padrone i vecchi cassonetti su strada non si supera il 30%. A Torino comunque il tasso di raccolta ha superato il 50% nel 2020.

Eppure, sul sentiero dell’innovazione non mancano i disagi. In alcuni quartieri i cassonetti con tessera hanno creato malumori tra i cittadini. Sia per problemi tecnici (a volte non funzionano bene), sia perché non tutti coloro che vivono in città hanno la residenza, o affittano gli alloggi in modo regolare. E le tessere per aprire i cassonetti vengono consegnate a chi invece risiede e paga la tassa sui rifiuti (Tari). Agli irregolari e a chi non ha ancora ricevuto la card però non resta altro da fare che lasciare la spazzatura dove capita. Un problema sollevato da alcuni presidenti di circoscrizione come Alberto Re della 4, che chiedono soluzioni tecniche.

Amiat sta provando a dare parziale risposta. E da ieri a San Salvario, ha fatto partire un progetto pilota che ha visto la consegna all’associazione Asai di 50 tessere temporanee e anonime che avranno una durata di sei mesi e che saranno consegnate a quegli stranieri che sono in attesa di essere regolarizzati. Intanto la tecnologia sta spingendo molti proprietari di casa a dichiarare la loro presenza nell’alloggio per non restare senza tessera. Anche persone che non figuravano all’anagrafe dei pagatori di Tari. “Ne abbiamo contati 1500”, racconta Gianluca Riu. Sulla questione dei cassonetti smart è intervenuta anche l’assessore alla Transizione Ecologica e Digitale Chiara Foglietta: “Qualche disagio c’è ma stiamo lavorando per risolverlo. Però non ci dobbiamo scordare che la gestione dei rifiuti è uno dei settori chiave per contenere il riscaldamento globale, dunque, dobbiamo avere comportamenti responsabili e andare avanti con le eco-isole smart”.

RACCOLTA DIFFERENZIATA

Dal rapporto 2022, emerge la necessità di fare di piùù. Chi sono i Comuni ricicloni

È stato pubblicato il Rapporto annuale sullo stato del sistema di gestione dei rifiuti 2022 (pdf  7.0 MB), da parte dell’Osservatorio rifiuti della Città metropolitana di Torino. Il documento, redatto con il  supporto dei volontari del servizio civile, ha la finalità di fornire uno strumento informativo utile per Consorzi di area vasta, l’autorità d’ambito ATO-R, ma anche per aggiornare i cittadini relativamente alla produzione e gestione integrata dei rifiuti urbani prodotti dal territorio metropolitano.

I dati elaborati nel 2022 sono relativi all’anno di indagine 2021, che ha visto proseguire, sebbene con riflessi meno intensi, il prolungarsi della pandemia da SARS-CoV-2. Agli effetti della pandemia si sono sommati fenomeni sociali e di consumo, come l’incremento del ricorso al delivery e all’asporto, e una maggiore adozione del lavoro agile, che hanno di conseguenza modificato la produzione di rifiuti. Di questi fenomeni è necessario tenere conto nella lettura dei dati.

Tra gli elementi più importanti dal rapporto emerge che è cresciuta cresce la quantità di rifiuti urbani totali prodotti (pari a 1.082.710 tonnellate) di oltre 30.000 tonnellate (+3%) nel 2021 rispetto al quantitativo registrato nel 2020; la produzione nel 2021 risulta tuttavia inferiore al valore di produzione prepandemia del 2019 di oltre 8.000 tonnellate. Una nota positiva è che si è ridotto  il rifiuto urbano indifferenziato  del 2,1%, passando da 427.314 tonnellate nel 2020 a 418.524 tonnellate nel 2021. Inoltre è cresciuta nel 2021 la percentuale di raccolta differenziata arrivando a poco più del 61%. Per contro il traguardo del 65% fissato dalla normativa nazionale per il 2012 è stato raggiunto solo a macchia di leopardo; in particolare l’obbiettivo non è ancora stato raggiunto dalla Città di Torino.

A livello di singoli Comuni – compresa la Città di Torino-  sono 159 (circa metà dell’intera area metropolitana) quelli che non hanno ancora raggiunto il 65% di raccolta differenziata; di questi ben 48 sono addirittura sotto la soglia del 50%.

Nell’attuale composizione della raccolta differenziata organico/verde e carta insieme costituiscono oltre la metà della raccolta differenziata, seguono vetro, plastica e le altre frazioni più minute. Scarsa ancora l’intercettazione dei Raee (in particolare quelli di piccole dimensioni) che si attesta a soli 4 kg/ab/anno: un dato che tuttavia non tiene conto dei rifiuti conferiti direttamente presso i rivenditori.

La quantità di raccolta differenziata ovviamente non è l’unico indicatore di una corretta programmazione del ciclo integrato dei rifiuti ma è necessario valutare anche la qualità e in conseguenza l’avvio a riciclo delle varie frazioni raccolte separatamente. Non meno importante è la prevenzione dei rifiuti: la crescita dei rifiuti totali del 2021 rispetto al 2020 – anno più severo della pandemia – segnala come non sia ormai più procrastinabile una strategia ampia di prevenzione.

È notizia di questi giorni la presentazione della proposta di nuovo regolamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, parte del cosiddetto pacchetto economia circolare.
Fra le importanti novità ci sono proprio interventi mirati alla prevenzione dei rifiuti ed in particolare la fissazione di obiettivi per il riuso e la ricarica degli imballaggi.
Dal 2030 viene previsto un sensibile aumento delle percentuali di imballaggi riutilizzabili (elettrodomestici, bevande da asporto, take away, scatole per trasporti) e dal 2028 viene prevista l’introduzione di un sistema di deposito e restituzione per le bottiglie di plastica monouso fino a 3 litri e per i contenitori di bevande monouso in metallo fino a 3 litri.

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